NOVITA'

La scomparsa della patria

Prima c’era la bambola italiana sul letto matrimoniale con una sovracoperta
[bordò
sulla quale si stendeva un copriletto di pizzo bianco.
Quando la patria iniziò a sparire, la bambola si trasferì nel cuore che d...uole,
e il letto matrimoniale bruciò assieme al copriletto e alla casa.
Poi c’era il mare: tu eri piccola, e lui grande e azzurro.
Quando la patria iniziò a sparire, tu eri grande e vecchia come il dolore,
mentre il mare si ridusse alla sola Neum e si fece di sangue.
Poi c’erano i cantanti folk, che tutto avevano in pugno. Hai sofferto
per la morte tragica di Silvana Armenulić come fosse tua madre.
Quando la patria iniziò a sparire, sparì, infine, anche Silvana,
che del resto non era Silvana, ma Zilha. I cantanti folk se ne andarono:
soffrivano e cantavano la loro patria lontano da essa, il più lontano possibile,
[tanto lontano
che la guerra scoppiata si ridusse ai loro occhi a uno zero, e in tal modo
smise di appartenere a loro e divenne tua.
C’erano anche le morti di massa, ma solo nei libri: i lager erano l’incubo
[notturno
dei nonni e dei genitori.
Quando la patria iniziò a sparire, Srebrenica divenne il tuo incubo.
I bambini erano rimasti sottoterra, e i nonni e i genitori si erano
[raggomitolati
fra le macerie delle case, morendo di vergogna e rifiutando di andarsene.
Infine, c’era la tua strada, ripida come la via al comunismo:
sfrecci sulla slitta di ferro, dalla cima fino in fondo, come in sogno,
pensando che un giorno qualcuno ti sussurrerà all’orecchio:
– Io vi amo, Naden’ka!…
Quando la patria iniziò a sparire, tu sfrecciasti giù per la strada ripida
per l’ultima volta,
assieme al comunismo, portando via nonni e genitori, e i loro
nonni e genitori, il più lontano possibile dalla fiamma che, infine, fece
scoppiettare e sfrigolare la carne di plastica della bambola italiana. La
[bambola si è trasferita
nel cuore che duole, con la fiamma che per tre lunghi giorni ha ingoiato
[gioiosa i tuoi libri.
I libri ti gridavano dietro:
– I manoscritti non bruciano! I manoscritti non bruciano! Io vi amo,
[Naden’ka!
Di tutto quanto è rimasto lo stato.
La patria del resto era comunque démodé.

(Ferida Durakovic, da "Si paga con la vita")

Nessun commento:

Posta un commento